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E' stata una settimana intrisa di devozione mariana quella che ha preceduto la festa della Madonna del Lago, celebrata, come da tradizione, la prima domenica del mese di settembre.

Il divieto di creare assembramenti ha comportato qualche inevitabile modifica alla ricorrenza che ha conservato tuttavia alcuni dei suoi momenti più significativi e cari ai Faulesi.
Tra questi, la celebrazione del Settenario, trasformato da don Gianluigi in un'occasione per contemplare la figura di Maria a partire dalle Litanie Lauretane, che hanno accompagnato i fedeli verso la solenne funzione di domenica 6 settembre.
Ad accompagnare la contemplazione, l’effigie materna e regale della Vergine, rappresentata nell'affresco sulla parete di fondo del Santuario assisa su uno scoglio nel lago formatosi in seguito ad una divagazione del Po ed oggi scomparso.
Quest'anno i fedeli hanno dovuto rinunciare alla tradizionale processione domenicale, sostituita dalla traslazione della statua, incoronata dal sindaco e accompagnata in parrocchia dai soli rettori e dal parroco, lungo la via illuminata dalle fiaccole.
L'immagine del lago, simbolo di quiete che dà il titolo alla venerazione della Vergine, ha offerto al sacerdote lo spunto per una riflessione sul tema dell'introspezione, con lo sguardo rivolto all'esempio di Maria, modello di fede e di umiltà.
Il parroco ha anche annunciato la volontà di promuovere un progetto di restauro conservativo dell'edificio che sarà probabilmente avviato nei prossimi mesi con la collaborazione dell’amministrazione comunale.
All'indomani della festa, gli attuali rettori (Giovanna e Luciano Di Silvestro, Arianna e Diego Bellone) hanno confermato la disponibilità a continuare il servizio di cura del Santuario che permetterà anche per i mesi a venire di tenere aperte le porte della piccola chiesetta a fedeli e pellegrini.
Il ringraziamento va dunque a loro e a tutti i volontari e agli operatori pastorali che insieme alla presenza, mai scontata, di don Gianluigi, hanno permesso alla comunità di Faule di vivere la festa del Santuario come un nuovo momento di grazia da cui attingere conforto e speranza..

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