FAULE - E’ stata celebrata con una nuova veste la festa patronale di San Biagio, riportata al centro della devozione della comunità faulese su iniziativa di don Gianluigi.
La celebrazione, organizzata con la collaborazione del Consiglio Pastorale, è stata fortemente voluta dal parroco, già noto ai fedeli per l’instancabile entusiasmo nel valorizzare la tradizione di fede e per il profondo desiderio di risvegliare il senso di comunità.
Quest’anno la ricorrenza si è arricchita di un momento gastronomico, che ha avuto il duplice pregio di coinvolgere alcuni giovani nell’organizzazione e di portare un sorriso ai parrocchiani più anziani con un evento loro dedicato.
Come da programma, infatti, martedì scorso i ragazzi guidati dal parroco e accompagnati dal pony Oliver, passando di casa in casa con un carro colorato, hanno distribuito agli ultra 75enni faulesi delle porzioni di stinco di maiale con fagioli, preparato e cucinato al forno con ottima riuscita da alcuni cuochi volontari.
La preparazione del piatto, messo a disposizione anche da asporto, è stata ispirata ad un episodio della vita del Santo che, secondo quanto tramandato dalle fonti cristiane, avrebbe ritrovato e restituito ad una povera vedova un maialino sottratto da un lupo.
In seguito, quando la donna andò a visitare il Santo in carcere portandogli la testa e i piedi del maiale insieme a frutti, semi e ceri, Biagio accettò i doni chiedendo di celebrare in futuro la sua memoria con gli stessi oggetti.
Lo stinco di maiale offerto ai fedeli più anziani ha voluto così richiamare questo episodio per valorizzare l’appartenenza alla parrocchia intitolata al Santo vissuto tra il terzo e il quarto secolo in Armenia e morto decapitato.
A conclusione della festa, mercoledì 3 febbraio, si è tenuta la solenne celebrazione in parrocchia, con l’esposizione del grande quadro dedicato al Vescovo di Sebaste, di fronte al quale si sono raccolti fedeli e pellegrini.
La funzione, presenziata dalle autorità locali, si è conclusa con un suggestivo falò all’esterno della chiesa e con la benedizione della gola, officiata a distanza con la tradizionale preghiera di liberazione dal mal di gola e da tutti gli altri mali.
A sorpresa, infine, alcuni fuochi d’artificio hanno illuminato la serata, che sarà ricordata come un piacevole momento di comunità nonostante le difficoltà della pandemia e come fiducioso simbolo di speranza per il futuro.