LA NOVITA' - 12 marzo 2021
Il secondo appuntamento del cammino è stato guidato da una piacevole conoscenza del popolo morettese, Fra Valentino della comunità dei Frati Cappuccini San Nazzaro della Costa in Novara. Viste le problematiche del periodo, la catechesi è stata svolta a distanza grazie ai mezzi tecnologici, mezzi utili per poter raggiungere i giovani degli altri paesi. L’argomento è stato la novità del messaggio di Cristo. Fra Valentino ha sviluppato il suo intervento sui Vangeli delle prime tre domeniche di quaresima:
Vangelo di Marco (Mc 1, 15-15)- Vangelo di Marco (Mc 9, 1-9)
- Vangelo di Giovanni (Gv 2, 13-25)
Ogni brano è stato letto ed è stato fatto un breve commento per poterlo portare nel quotidiano. Si sa che la Parola è strettamente inerente alla nostra vita. Al termine lo stesso Fra Valentino ha fatto delle domande per portare i giovani ad interrogarsi.
Il brano di Vangelo della prima domenica ha portato a parlare del deserto, del percorso che ognuno di noi sta facendo in questa pandemia e di come viene affrontato. I protagonisti sono Satan (il diavolo, Satana) e lo Spirito Santo (il Paraclito). Ci si è soffermati anche su cosa ci viene detto da uno e dall’altro durante i nostri momenti di deserto. L’invito è quello di prendersi un 4-5 minuti di deserto durante la giornata, distaccandosi da tutto, per ascoltare la grande novità del messaggio di Gesù: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”.
Il secondo brano ha permesso di affrontare l’importanza di vedere le cose con differenti punti di vista, soprattutto per il cristiano. Vedere tutte le vicende del quotidiano con gli occhi di Gesù e cercare di salire sul monte (proprio come fatto da Gesù e dai suoi discepoli), per vedere la vita da un’altra prospettiva. Si sa, dalla montagna il paesaggio di pianura e di collina pare tutto rimpicciolito, minuto. Così anche i problemi della vita possono essere più grandi di quello che sono realmente; l’invito è andare sulla montagna (si fa fatica eh, ricordiamocelo) con Gesù e da lì poter avere un panorama differente (i problemi non scompaiono, ma magari vedendoli dall’alto, possono essere superati). Inoltre siamo stati invitati a vedere/guardare al fratello con occhi rinnovati dalla potenza del Signore, dalla potenza del Suo amore. Proprio come i discepoli vedono il corpo di Gesù trasfigurato (Gesù era sempre Gesù, mica era cambiato). Le domande poste hanno riguardato la storia di ognuno di noi, cose da mutare, da cambiare, da modificare.
Il terzo brano di Giovanni riporta un evento che negli altri 3 Vangeli è posto cronologicamente verso la fine dei racconti. In Giovanni lo si ritrova al secondo capitolo. Questo per rimarcare l’importanza di dedicare pienamente il “proprio tempio” (=corpo), al Signore. Liberarlo da tutto ciò che è superfluo e cercare di carpire la novità nella bellezza. Bellezza nei rapporti, nella natura, nell’aiutare, nel servire, nel donare, nella carità, nell’amore fraterno. Ci ricordiamo quando abbiamo vissuto autentici momenti di bellezza? Abbiamo sperimentato la presenza di Dio in questi momenti? Se non si è in grado di percepire la bellezza nell’essere cristiani bisogna per forza farsi delle domande.