Il 20 giugno noi giovani di Moretta siamo partiti per Torino per partecipare alla mini GMG organizzata dalla Diocesi in occasione della visita di papa Francesco
Appena arrivati ci siamo sistemati nell'area Vitali del Parco Dora, sotto una grande ala di ferro appartenente ad un ex complesso industriale. Con noi altri 15.000 giovani da tutto il Piemonte e non solo, anche da altre regioni dell'Italia e paesi di tutto il Mondo, accampati in quello che abbiamo soprannominato "un oratorio all'aperto". Verso le 21 è iniziata la grande veglia di preghiera in attesa di papa Francesco: abbiamo potuto pregare, cantare, assistere a balli e testimonianze dell'"amore più grande", quello di Gesù, che si è manifestato nella vita di molti Santi (Giovanni Bosco, Chiara Luce Badano, Piergiorgio Frassati). Dopo l'Adorazione Eucaristica siamo andati a dormire "infagottati" nei nostri sacchi a pelo, cercando di riposare qualche ora, circondati da mille voci diverse. Al mattino la luce ci ha svegliati alle cinque e mezza, un po' addormentati ci siamo diretti verso Piazza Vittorio, per la messa con papa Francesco. Appena arrivati la stanchezza è sparita, lasciando il posto ad una gioia e uno stupore grandissimi: circa 100.000 persone raccolte in una piazza, tanti giovani, famiglie e persone anziane, striscioni e bandiere colorate si muovevano nella fresca aria mattutina. Quando è arrivato Francesco, a bordo della sua papa-mobile, in tutta la piazza è partito un applauso, migliaia di voci gioiose hanno chiamato il suo nome e hanno cercato il suo sorriso. Ma per noi giovani il momento migliore della giornata è stato l'incontro con papa Francesco alle 18. Alle tre domande che hanno fatto i giovani, il Papa rispondeva con tutta la sua sincerità e vicinanza. Facendo riferimento al motto/slogan di questo incontro, "l´amore più grande", lui cercava di spiegarci in cosa consiste l´amore vero.
"Parlare dell'amore è tanto bello, si possono dire cose belle, belle, belle. Ma l'amore ha due assi su cui si muove, e se una persona, un giovane non ha questi due assi, queste due dimensioni dell'amore, non è amore. Prima di tutto, l'amore è più nelle opere che nelle parole: l'amore è concreto. La seconda dimensione, il secondo asse sul quale gira l'amore è che l'amore sempre si comunica, cioè l'amore ascolta e risponde, l'amore si fa nel dialogo, nella comunione."
E come un padre, che ogni tanto deve dire anche le cose meno piacevoli, ha aggiunto: "L'amore è molto rispettoso delle persone, non usa le persone e cioè l'amore è casto. E a voi giovani in questo mondo, in questo mondo edonista, in questo mondo dove soltanto ha pubblicità il piacere, passarsela bene, fare la bella vita, io vi dico: siate casti, siate casti." Il Papa ha ammonito i ragazzi a non accontentarsi di "vivacchiare", ma di vivere la vita appieno. "Ma sapete che a me danno tanta tristezza al cuore i giovani che vanno in pensione a 20 anni! Sì, sono invecchiati presto... Quello che fa sì che un giovane non vada in pensione è la voglia di amare, la voglia di dare quello che ha di più bello l'uomo, e che ha di più bello Dio. E quando il giovane ama, vive, cresce, non va in pensione. Cresce, cresce, cresce e dà." Il Papa ha invitato i giovani ad andare controcorrente, a essere creativi, a fare qualcosa di utile, anche nel piccolo, per gli altri, perché fare per gli altri dà più gioia di ogni altra cosa. "E grazie, grazie, grazie tante! Sempre amore, vita, amici. Ma si possono vivere queste parole soltanto "in uscita": uscendo sempre per portare qualcosa. Se tu rimani fermo non farai niente nella vita e rovinerai la tua." Così papa Francesco ha concluso il suo discorso ai giovani, con l'invito a muoversi, a fare qualcosa di concreto per la loro vita. E noi giovani, così pieni di forza ed energia, possiamo fare qualcosa per combattere questo senso di sfiducia così diffuso nel Mondo, possiamo seguire l'esempio del Papa, essere ragazzi e ragazze semplici, spontanei, pronti a donare sorrisi e aiuto a chi ne ha bisogno, per vivere nella quotidianità quell'amore più grande che è segno della presenza di Gesù nei nostri cuori.
Francesca e Veronika